Che tempi

30.000 anni fa su questa collina vicino a Ostuni, ci vivevano alcuni nostri antenati che sfruttavano la posizione rialzata per seguire i branchi di animali che cacciavano.

Dentro una grotta hanno anche seppellito, con grande cura, una giovane donna incinta.

Qualche millennio dopo, proprio fuori da quella grotta, forse senza neanche sapere chi ci fosse sepolto dentro, ci costruirono un tempio dedicato a Demetra, dea della fertilità e madre di Persefone (anche detta Proserpina).

Qualche altro secolo dopo fu la volta di una cappella dedicata alla Madonna.

Nel frattempo gli abeti e le conifere che nascevano spontaneamente visto il clima ancora frescolino da post-glaciazione, lasciavano il posto agli ulivi importati, probabilmente, dalla Grecia e dalla Siria e alla macchia mediterranea.

Oggi ci organizzano Teatro Madre, un festival di teatro (e altro) bellissimo in cui si respira un’aria di casa anche se non conosci nessuno.

Quando pensiamo a cosa è autoctono e cosa no, a cosa è tradizionale e cosa no, facendo un piccolo passo in dietro ci accorgeremmo che tutto cambia, tutto si mescola e si trasforma. Forse, non sempre, qualche idea rimane in qualche modo legata ad un luogo in maniera quasi metafisica ma anche il modo con cui guardiamo a quella idea si trasforma e diventa altro.

Questa collina è rimasta pressoché identica a se stessa per più di 30000 anni, eppure è cambiata completamente.

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