Divisoperzero è fondata nel 2013 da Francesca Villa e Francesco Picciotti.
L’interesse principale della compagnia è la ricerca nell’ambito delle diverse tecniche del teatro di figura sia per quanto riguarda la costruzione di burattini, marionette e oggetti sia per quella che è la fase performativa e di manipolazione. Per questo motivo, fin dai primi spettacoli, marionette da tavolo, burattini, oggetti e fantocci hanno sempre convissuto sulla scena, senza nessuna voglia di “purezza tecnica” usando, di volta in volta, quello che è ritenuto più adatto a raccontare una particolare fase della storia.
Le diverse fasi del lavoro di costruzione di uno spettacolo si compenetrano: la creazione dell’idea generale e poi del testo avviene contemporaneamente alla costruzione delle scene e degli oggetti necessari alla narrazione. Le due cose procedendo su binari paralleli che si influenzano vicendevolmente.
L’artigianalità del processo, la ricerca continua di nuove soluzioni, sia sceniche che costruttive, e l’inclusione di questo processo nel risultato finale, sono parte della poetica della compagnia: ogni spettacolo è una magia della quale è facile intuire il trucco.Il teatro per le nuove generazioni offre un maggiore spazio di libertà espressiva e si sposa bene con questa visione artigianale del teatro per questo i bambini e le famiglie diventano il principale pubblico di riferimento.
Nei primi spettacoli, “Ciaula scopre la luna” e “Grandi cose successe alle mie mani”, la parola viene sacrificata in favore di una messa in scena in cui la gestualità delle marionette e dei burattini è il principale elemento espressivo. Il primo spettacolo è liberamente tratto dall’omonima novella di Luigi Pirandello e viene rappresentato di fronte a pubblici eterogenei anche in posti non deputati, caratteristica che rimane per tutto il percorso artistico fino ad ora.
Tutti gli spettacoli della compagnia, infatti, non hanno bisogno di una tradizionale platea teatrale; sono stati portati in scuole, case, piazze, luoghi di ogni tipo, non avendo, per precisa scelta, particolari necessità tecniche.
Con questi spettacoli la compagnia viaggia in tutta Italia, toccando Catania, L’Aquila, Siena e vari teatri di Roma, città nella quale si forma e opera principalmente.
Nel 2016 si dedica a “Ubu Me, farsa per due attori e fantocci di pezza”, iniziando così a lavorare anche sul testo tramite un adattamento della nota opera di Alfred Jarry. Lo spettacolo è anche il primo pensato per un pubblico più adulto, per quanto il gioco dei burattini e dei fantocci di pezza mantengano il tono generale grottesco e bambinesco. “Ubu Me” debutta a Roma dopo un periodo di residenza a Siena.
Con “Storie di questo mondo” del 2017, il lavoro sulla parola si focalizza sulla narrazione di miti e leggende provenienti da varie parti del mondo.
Lo spettacolo nasce in collaborazione con la Biblioteca dei Piccoli di Maccarese e con l’aiuto di Fabrizio Pallara del Teatro delle Apparizioni.
Dal 2018 l’interesse si concentra sulla mitologia greca e romana. Prima viene portato in scena il mito di Plutone e Proserpina in un monologo nel quale vengono utilizzati oggetti e marionette, poi è la volta di Efesto, che diventa protagonista di uno spettacolo di burattini nel quale il dio greco viene rappresentato come un artigiano, figura simile a quella di un burattinaio.
Lo spettacolo vince il premio Otello Sarzi e partecipa al festival Arrivano dal Mare e Trallallero.
Nel 2023 debutta lo spettacolo Officina Prometeo, coprodotto con il Florian Metateatro di Pescara, in cui la storia del titano che ruba il fuoco per il bene dell’umanità viene raccontata con marionette costruite assemblando oggetti di uso quotidiano.
Lo spettacolo è selezionato per il festival Contemporaneo Futuro di Roma e per Gelatine/Palla al Centro ed è segnalato da Teatro e Critica tra gli spettacoli da vedere nel 2024